Patriota italiano. Sottufficiale
nell'esercito di G. Murat, combatté in Spagna (1810-12) e in Italia
(1814-15). Sottotenente nell'esercito borbonico dopo la Restaurazione, si
iscrisse alla Carboneria e, insieme al commilitone M. Morelli, si pose a capo
dell'insurrezione scoppiata tra il 1° e il 2 luglio 1820 da cui presero
avvio i moti napoletani del 1820-21. In seguito all'insuccesso della
rivoluzione, riparò ad Ancona, dove, catturato dalle autorità
pontificie, fu consegnato ai Borboni che lo condannarono a morte (Napoli
1791-1822).